Come una brutta esperienza può rivelarsi un grande regalo

Per molti anni ho sostenuto ed insegnato questo concetto: un'esperienza, che nell'immediato può apparirci brutta, dolorosa o ingiusta nel lungo termine può invece rivelarsi come un grande regalo. Ma lo facevo più per convinzione che per una reale esperienza diretta.

Poi, esattamente due anni fa, accadde quello che, mentre lo vivevo, mi sembrava un incredibile incubo. L'azienda per cui avevo lavorato per quasi otto anni, e a cui avevo dedicato gran parte della mia esistenza, improvvisamente si ritrovò spaccata in due, per interne lotte di denaro e chissà cos'altro.
La sofferenza nasceva soprattutto nel dover constatare che tutti quei valori di cui sia la proprietà che la dirigenza ci aveva riempito la testa, in realtà erano solo tecniche manipolatorie per farci lavorare fino a 12-14 ore al giorno, fine settimana compresi, per pochi spiccioli.

A questa improvvisa spaccatura seguì un ancora più triste tentativo di convincimento a seguire l'uno o l'altro gruppo, in un'opera di denigrazione reciproca che finiva di distruggere ogni mia residua stima nei confronti di quelle stesse persone che, fino a poco prima, vedevo come miei incrollabili punti di riferimento, sia professionali che umani.
Ovviamente la maggior parte dei miei colleghi si fece convincere a rimanere con gli uni o con gli altri, allettati da offerte di provvigioni più alte o da incarichi di maggior prestigio. Apparentemente ciechi di fronte a ciò che io, personalmente, consideravo più grave: la dimostrazione palese che di solo business si trattava, e che i tanto sbandierati rapporti umani in realtà erano fondati solo sull'interesse economico.

Presi quindi una decisione che non avrei probabilmente mai considerato, se non mi fossi ritrovato in una situazione così emozionalmente difficile: creare la mia società di consulenza e formazione, ovvero quella che oggi è All Winners.
Si trattava di un salto nel buio, soprattutto perché coincideva con la famosa crisi del 2008, in cui le aziende tagliavano come prima cosa gli investimenti sul personale. Ed infatti dovetti ricominciare da zero, senza clienti, senza un euro di capitale e con sole due persone disposte a seguirmi in questa folle avventura: la mia attuale moglie Maggie, e la mia splendida amica (e neo-mamma!) Elisa.

In poche settimane, a ridosso delle vacanze estive, dovetti fare tutto: nome dell'azienda, sito, nuovi corsi, un libro divulgativo (il Libro SalvaVita), il marketing e, cosa più difficile per me, le comunicazioni ai miei vecchi clienti che non avrei più lavorato per la vecchia azienda.
Ricordo che, un giorno di fine Luglio, fui preso dallo sconforto per tutte le difficoltà che improvvisamente mi si ponevano di fronte e per un attimo pensai che avrei fatto meglio a seguire anche io il gregge e trovare il mio nuovo posticino tranquillo in una delle due fazioni dell'ex azienda.

Ma solo l'idea di dover, questa volta consapevolmente, perseguire valori e metodi così diversi dalla mia natura, mi faceva venire letteralmente la nausea. E pian piano, con l'appoggio delle persone che davvero credevano in me e mi volevano bene, tutto ha cominciato a funzionare, fino alle belle soddisfazioni di oggi.
Vi racconto questa mia esperienza, come testimonianza di quel concetto espresso all'inizio. Un'esperienza negativa può spingerti in una direzione che all'inizio sembra peggiorativa ma che col tempo può rivelarsi una vera fortuna per te.
Io oggi lavoro un terzo rispetto a due anni fa ma guadagno molto di più, insegno solo ciò in cui credo veramente e non quello che mi è stato imposto di dire, seleziono e curo i miei clienti perché non ho più bisogno di raggiungere i budget necessari a far arricchire il mio capo e, soprattutto, sono libero di andare in vacanza una settimana al mese senza sentirmi in colpa.

Quindi ringrazio tutti loro, a distanza di due anni, per avermi involontariamente spinto a fare quello che ad oggi rappresenta la mia principale fonte di benessere. E gli faccio un grande augurio: che un giorno possano comprendere come è bello vivere una vita equilibrata, senza dover immolare se stessi, e la propria anima, al "duro lavoro" e al Dio Denaro.

4 commenti:

  1. Grazie per questa testimonianza di vita! Ne potrei raccontare una quasi analoga, non nei fatti, ma sicuramente nel contenuto.
    Momenti lunghi di grande sofferenza e tanto buio ma alla fine del tunnel... la luce! Un mondo nuovo ricco di umanità non aggiogato al business! e paradossalmente più ricco in tutti i sensi.
    Rachele Sannia

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  2. Grazie Rachele,
    credo che condividere esperienze vere possa servire a tutti coloro che sono nel bel mezzo di situazioni simili, per dar loro coraggio nell'andare avanti, perseguendo i propri valori!
    A presto.
    Fabrizio

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  3. Ciao Fabrizio.Io ti conosco di persona perchè ho partecipato ad alcuni dei tuoi convegni e corsi.Ti ho sempre considerato come una persona che faceva questo lavoro perchè ci credeva.Questo post ne è un'ulteriore conferma.Il fatto che tu ti sia trovato nei guai per il clima creatosi nell'azienda per la quale lavoravi (che per comodità da ora chiamerò M) è solo una conseguenza del mondo che ci circonda: in giro c'è troppa gente che maschera la sete di potere e di soldi con qualcosa di più nobile.Purtroppo l'etica sta diventando merce rara,dato che chi si pone problemi per gli altri finisce per soccombere a chi invece non se ne mette assolutamente. Fortunatamente tu insegni i concetti come causalità fra ciò che si fa e ciò che si ottiene e hai deciso di metterla in atto anche su te stesso in quel momento di difficoltà e ti ha permesso di ripartire con una nuova vita. Da quello che so M non se la passa bene (a dirla tutta mi sembra sparita completamente); dopo tutto quando ci si dimentica che i clienti più importanti sono i propri collaboratori le cose possono finire male. Io,malgrado abbia partecipato ai tuoi corsi,sono probabilmente un leader mediocre,ma la mia azienda sta andando bene anche in questi anni difficili,forse perchè cerchiamo di dare importanza alla squadra e di creare un ambiente dove le persone possano anch'esse godere dei successi dell'azienda. E'ovvio che la nostra azienda non è una onlus e come tale deve creare profitto,ma quando possiamo fare in modo che qualcun altro divida con noi i risultati dei nostri successi lo facciamo volentieri:dopo tutto se a godere siamo un po' tutti l'aria che si respira è sicuramente migliore.

    Un cordiale saluto e ancora complimenti per la tua "nuova vita".

    Roberto Monti

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  4. Ciao Roberto,
    grazie per la tua testimonianza di affetto e stima, fa sempre piacere sapere di aver lasciato un buon ricordo alle persone con cui ci si è relazionati (professionalmente e personalmente).
    Sarei lieto di averti mio ospite ad uno degli incontri mensili del Winner Group, il network di imprenditori che ho creato due anni fa.
    Contattami alla mia mail personale f.cotza@all-winners.it così ti invio il programma e l'invito.
    A presto!
    Fabrizio

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it