Quando finirà la crisi?


E' la domanda che mi viene posta più frequentemente: quando finirà la crisi?


La risposta più giusta sarebbe "mai", poiché come in molti si sono accorti questa crisi ha poco in comune con quelle precedenti. Si tratta in realtà di un nuovo modo di fare impresa che sta aprendo nuovi scenari, anche economici.
Di conseguenza una risposta altrettanto giusta da dare ad un imprenditore potrebbe essere "per te la crisi è già finita, a patto che...".
...a patto che ti renda conto di cosa serve oggi di diverso, rispetto a ieri, per non far parte delle tante aziende che verranno inevitabilmente stritolate dalla globalizzazione e dalla grave mancanza di finanziamenti alle imprese (vedi anche l'articolo: Che futuro ci attende?).

Anche nei prossimi anni ne vedremo delle belle, poiché non ci sono segnali che indichino una reale riapertura del credito da parte delle banche. L'obiettivo sarà "sopravvivere" con le proprie forze, per poi andare a prendere quelle fette di mercato lasciate libere da chi non ce la farà. Potrà sembrare un discorso cinico, ma purtroppo è lo scenario più vicino alla realtà.

Cosa servirà, dunque, per rimanere in piedi?
Come sapete non sono un grande amante delle formulette preconfezionate, quindi quelle che seguono sono solo delle indicazioni generali che andrebbero poi calate sulla realtà specifica di ogni azienda. Non sono la panacea assoluta, ma per una PMI potrebbero rappresentare l'unica vera possibilità di salvezza.

- Il primo punto ha a che fare con la "reputazione". Oggi come oggi essere considerati un'azienda seria, affidabile, moderna, ben gestita, che valorizza i rapporti umani, dagli alti standard qualitativi fa davvero la differenza. Parlai già tempo fa di "standard qualitativi" specificandone il vero significato, spesso ignorato dalle aziende.

- Un secondo aspetto è legato alla capacità di allargare i propri orizzonti, ovvero pensare all'internazionalizzazione come alternativa. Certo, non tutto il fatturato può essere fatto con l'estero, ma io consiglio almeno un 30%, per compensare il calo fisiologico italiano. Se non avete la struttura adatta per guardare all'estero l'alternativa è senza dubbio il commercio on line, che richiede meno investimenti ma può aprirvi prospettive nuove.

- Il terzo aspetto è legato all'appartenenza a network territoriali (non virtuali) e a filiere commerciali corte. Le alleanze e le partnership strategiche permetteranno sempre più di non subire la concorrenza sleale di chi punta tutto sul prezzo o sulle promesse irrealizzabili. Quindi l'imprenditore "lupo solitario" o che passa tutta la sua vita in azienda è destinato a scomparire.

- Infine l'approccio "proattivo", ovvero la capacità di avere la mente sgombra per poter cogliere le opportunità che questo nuovo mercato sta dando. Ci sono settori che stanno vivendo un vero e proprio "boom" e che potrebbero creare sinergie con aziende che operano in settori più tradizionali.
Il futuro vedrà il crollo dei settori inflazionati quali l'immobiliare o il tessile, ma vedrà crescere l'alimentare (soprattutto biologico), le energie rinnovabili e tutto quello che viene percepito come "indispensabile". Cerca di capire come puoi crearti un piano B, magari investendo in un'azienda emergente o creando partnership con chi ha un futuro più garantito.

Tutto questo non risolve il problema della crisi globale, ma rappresenta l'unico modo per farcela nel sistema Italia, destinato a peggiorare sempre di più a favore delle nuove economie emergenti. E' un dato di fatto che dobbiamo osservare lucidamente, per poterci muovere di conseguenza.

Ed è quello che stiamo facendo come network Winner Group da 3 anni, con risultati davvero confortanti: www.winnergroup.it


Aggiornamento di Novembre 2011, per chi vuole capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi, in termini Macro Economici e Sociali: Dove si andrà a finire?



4 commenti:

  1. Ottimi consigli, onesti e realistici, fanno un buon spaccato della situazione odierna e degli scenari futuri, complimenti a Fabrizio. Molte aziende dovrebbero averli presenti, ma purtroppo ...

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  2. Grazie mille Angelo. Se ci fosse più possibilità di diffondere cultura imprenditoriale sicuramente le cose andrebbero meglio, ma in giro cosa si trova? Anche per gli imprenditori non è facile districarsi tra venditori di fumo, convegni assolutamente inutili e consulenti improvvisati che spesso creano più danni che benefici.
    Non è mai esistita una vera scuola, concreta e moderna, per chi deve gestire PMI. Questo è il vero problema...

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  3. Hai ragione Fabrizio, l'elemento più preoccupante in tutto ciò è il deficit o l'arretramento della proposta formativa del nostro sistema scolastico in primis. Però è bello avere ad oggi strumenti come questo che ci permettono oggi di avere scambi senza limiti di distanza e dogmi da rispettare...in effetti il mondo si è sempre evoluto a causa di pochi "pensatori" poco propensi a seguire i dettami del proprio tempo per creare un futuro migliore...

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  4. IO SONO CONVINTO CHE IL MONDO È GIRATO SEMPRE COSÌ, ALTRIMENTI NON CI SAREBBERO DIVARI COSÌ GRANDI NELLE POPOLAZIONI. C'È L'UOMO CHE CON LE SUE MANI FA CAPOLAVORI E C'È QUELLO CHE SFRUTTA L'ABILITÀ ALTRUI CON LA SCUSA DI SAPER COMMERCIARE LA FIDUCIA ALTRUI. QUESTI ULTIMI FANNO CREDERE AI VERI LAVORATORI CHE SENZA DI LORO SI FERMEREBBE IL MONDO. BASTA PENSARE CHE CHI CREA DEVE VIVERE CON 1000 EURO, L'ALTRO VIVE DA SIGNORE, INIZIANDO DAL GOVERNO CHE SULLE SPALLE DEGLI OPERAI, PERÒ SE NON CI FOSSERO OPERAI NON ESISTEREBBE IL GOVERNO......SVEGLIA........

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it