Per interposta persona (cioè senza che la persona avesse il coraggio di dirmelo direttamente) mi è arrivata una critica che in realtà mi ha dato una grande gioia.
La critica, in sintesi era: "Cotza non si capisce che lavoro fa. Sono persino andata nel suo sito e non ci ho capito nulla".
L'Ego ha bisogno di ruoli ben definiti per trovare appagamento. Ruoli per se stesso (io sono il...) e per chi lo circonda. Quando non riesce ad attribuire ruoli si sente spaesato o addirittura infastidito. Quella persona è buona o cattiva? E' ricca o povera? Seria o buffona?
Qualche post fa lanciai una provocazione (http://fabrizio-cotza.blogspot.com/2010/09/identita-e-ruolo.html), culminata nella pubblicazione di una finta ricetta di cucina. Che ci fa in questo blog una ricetta di cucina? Niente. Destabilizza solo chi se la ritrova davanti senza riuscire a dargli un senso logico. Potrebbe quasi infastidire. Infatti dopo un po' cancellai quella ricetta, apparentemente insensata rispetto al tema del blog.
Ebbene, il fatto che qualcuno veda questa mancanza di ruolo chiaro come un limite o un segnale di poca professionalità ("mica si capisce che fa il formatore!" avrebbe detto questa persona) mi rallegra assai perché significa che pian piano, a piccolissimi passi, sto andando nella direzione che ho deciso per me. Ovvero uscire dal "personaggio" che gli altri vorrebbero che io fossi: "Il buon figlio" ,"il bravo marito", "l'impeccabile professionista", "l'amico comprensivo"...
L'Ego ovviamente si ribella furiosamente nella testa, con pensieri del tipo "e ora che diranno le persone di te?" e cerca in questo modo di boicottare i piccoli risultati raggiunti. Subdolamente fa appello alle "buone ragioni" per cui dovrei allinearmi a ciò che gli altri vogliono: perderai i clienti, gli amici si allontaneranno, i tuoi genitori saranno scontenti di te!
Ma è in questo sottile confine tra ciò che è "socialmente giusto" e ciò che è "veramente giusto" che si deciderà chi l'avrà vinta.
E se un giorno vi chiederete (poiché non avete davvero nient'altro da fare!): "Chi è Fabrizio?" senza riuscire a rispondervi, beh, allora andremo a brindare assieme ;)
Fabrizio Cotza "ma tu chi sei?" è un grande professionista in grado di aiutare davvero chi si affida a lui. per il curriculum.....ne avrebbe uno lungo da scrivere ma quello che lo contraddistingue è la forza delle sue idee che trasmette con entusiasmo in ogni suo messaggio e dei suoi FATTI!! che possono partire certo dalle parole che scrive e che tutti possono leggere...ma che nascono da tanta conoscenza teorica ed "esperenziale" che pochi, nel panorama della consulenza in Italia hanno.questo dovevo a chi giudica senza conoscere e approfondire con mente aperta!!G
RispondiEliminaGrazie G!
RispondiEliminaA questo punto punto mi verrebbe da chiedere "chi sei?", ma giusto per poterti ringraziare personalmente ;)
una volta ho letto una frase che diceva: le persone più interessanti che conosco sono quelle che a 60 anni ancora non hanno deciso che lavoro fanno!
RispondiEliminami piace intenderla come un plauso a chi sa tenersi aperto e flessibile senza chiudersi dentro ad un percorso più sicuro certamente perchè ben delineato, ma anche meno interessante e meno creativo.
questo stare in movimento ha un prezzo che si sconta ogni giorno con se stessi, nel confrontarsi quotidianamente con quello che siamo, con le nostre continue trasformazioni.
Visto che cambio in continuazione e a volte molto velocemente faccio veramente fatica a stare al passo con "chi sono", e non so neanche se abbia un senso davvero saperlo, mi sembra solo il tentativo di "giudicare o incasellare" un aspetto così ampio e profondo cha la mente razionale non è sufficiente per comprenderlo...in ogni caso mi auguro che nel mio contnuo "mutare" i nostri percorsi continuino ad incrociarsi come stanno facendo da un lustro a questa parte!!!
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