A chi fa paura la Meritocrazia?


Meritocrazia. Questa è una delle sfide più grandi all'interno delle aziende. Anzi: è "la" sfida!
Perché quando sono presenti sistemi incentivanti significa che tanti altri fattori positivi sono già stati attivati. Perché ci sia meritocrazia, infatti, deve essere stato chiarito a tutti il proprio ruolo e i risultati che ci si apetta da ciascuno di loro. Ci dev'essere poi un sistema di verifica e controllo, legato a statistiche, per poter valutare oggettiviamente chi davvero è efficiente da chi non lo è.
Questo però è solo un aspetto.

L'altro, forse più importante ma spesso sottovalutato, è invece legato agli atteggiamenti delle persone.
Per atteggiamenti intendiamo svariati fattori: quanto è disponibile nei confronti dei colleghi, quanto si prende responsabilità, quanto contribuisce a creare un ambiente armonioso e sereno, quanto trasferisce le proprie competenze ai meno esperti e così via.
In poche parole tutto ciò che davvero differenzia un collaboratore prezioso da uno che invece porta solo problemi e negatività.

Questi fattori intangibili spesso non sono valutati, oppure risentono delle simpatie/antipatie del titolare. La soluzione, per ovviare a questo, è un sistema che permetta a tutte le persone che interagiscono tra loro di valutarsi a vicenda, sia verticalmente (titolare, dirigente, collaboratore) che orizzontalmente (tra dirigenti o tra collaboratori di uno stesso reparto).

Il risultato sarà un valore piuttosto "oggettivo", che rappresenterà la base di valutazione a cui verranno aggiunti i fattori più tangibili (i risultati veri e propri su base quantitativa e qualitativa).
Ecco che a questo punto è possibile mettere in piedi un sistema meritocratico che vada a premiare, su base mensile o trimestrale, coloro che davvero più contribuiscono alla crescita dell'azienda.
I premi possono essere in denaro, simbolici (una targa, una cena, un week-end benessere) oppure legati alla crescita (promozioni).

La meritocrazia crea effetti collaterali negativi solo quando il clima aziendale è ormai pesantemente compromesso, con gelosie e faide interne orientate solo alla salvaguardia del proprio status e non al bene aziendale. In questo caso andrebbero introdotti chiari valori aziendali che limitino gli atteggiamenti distruttivi di chi non ha più a cuore il benessere generale e, in casi estremi, l'allontanamento di questi ultimi.

2 commenti:

  1. A proposito del problema meritocrazia vorrei segnalarle un altro blog che ne parla in modo dettagliato. Rettore Virtuoso

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it