Il Futuro dei Giovani.

Da qualche anno, sebbene non rientri nelle mie specifiche attività professionali, mi sto occupando di formazione ai giovani. Lo faccio tramite un'associazione no profit che si chiama Happiness, che ho creato per portare avanti il progetto "Happy Academy", l'Accademia Felice in cui i ragazzi dai 18 ai 25 anni possono formarsi gratuitamente, grazie alle donazioni di molti Imprenditori Sovversivi.

L'idea, semplice ma molto apprezzata, è stata questa:
Ci sono centinaia di aziende sane, alla disperata ricerca di ragazzi in gamba e già pronti per supportare il titolare. Parliamo di piccole e medie imprese, quindi non cercano né il manager che arriva dalla Bocconi con 3 master (e zero esperienza), né possono permettersi il lusso di assumere il ragazzo tutta buona volontà ma totalmente da formare all'interno.
Dall'altra parte abbiamo migliaia di ragazzi che vorrebbero crescere professionalmente e lavorare, ma sanno perfettamente che la scuola tradizionale non trasferirà loro le competenze che richiede il mercato. Quindi sono incastrati psicologicamente in una situazione frustrante, perché si rendono conto che ogni scelta che faranno li porterà ad un vicolo cieco.
Perché quindi non unire queste due esigenze, ed impostare un percorso che porti ad acquisire quelle competenze che gli imprenditori vorrebbero e non trovano, dal momento che la scuola non è in grado di trasferirle?

Tre anni fa ho provato a portare il progetto di Happy Academy all'interno delle scuole. Con risultati davvero raccapriccianti.
L'apice di questa esperienza lo condenso in un episodio vissuto all'interno di un liceo, dove un preside, apparentemente disponibile, mi ha dato l'opportunità di tenere quello che doveva essere un incontro introduttivo a tutte le quinte dell'istituto. Al termine dell'incontro gli oltre cento ragazzi erano letteralmente entusiasti del progetto, così come buona parte dei docenti presenti. Ero quindi convinto che il preside avrebbe confermato il progetto (una serie di appuntamenti legati allo sviluppo di competenze relazionali). Ma con mia sorpresa a fine incontro la sua frase è stata: "Non ritengo sia il caso di continuare. Sa, lei con queste informazioni potrebbe rendere consapevoli i matti di stare all'interno di un manicomio. Questo renderebbe poi problematico il nostro lavoro di tutti i giorni".
Ecco, siamo messi così. Con le istituzioni scolastiche più concentrate a non far capire ai ragazzi di essere stati messi in un manicomio, piuttosto che focalizzate sul renderli responsabili della loro vita e del loro futuro.


A quel punto ho capito che l'unica vera strada perseguibile era quella di fare qualcosa in piena autonomia, coinvolgendo gli imprenditori del territorio e proponendo loro di "adottare" un giovane, a cui dare la possibilità di formarsi e di fare poi un'esperienza di (almeno) 3 mesi all'interno della loro azienda.
Contemporaneamente avevamo necessità di far conoscere il progetto ai ragazzi, per cui abbiamo contattato Google e chiesto un aiuto. Loro hanno apprezzato il progetto al punto che ci hanno donato oltre 200.000 euro in visibilità.
Il risultato è stato che siamo stati letteralmente sommersi di richieste (ad oggi oltre 700).

E qui viene il secondo punto dolente: la totale mancanza di cultura nella ricerca del lavoro. 
Un vero disastro nelle risposte via mail, con curriculum spesso senza riferimenti, per non parlare della modalità con cui interagiscono al telefono quando li contatti, o di come si pongono ad un colloquio di persona.
Per correttezza abbiamo risposto a tutti, uno ad uno, anche a quelli che si proponevano scrivendo "Rispondo ma so già che sarà una fregatura..." oppure "se mi pagate bene vengo". Molte delle persone contattate ci rispondevano al telefono "ma chi siete? non mi ricordo di avervi scritto" (con loro mail inviata 24 ore prima).
Insomma, abbiamo fatto i conti con quello che gli imprenditori spesso lamentano: una marea di giovani disoccupati a cui mancano però le basi educative, comportamentali e comunicative per poter essere presi anche solo in considerazione. Ovviamente frutto di quella scuola di cui parlavamo prima (lo dico per correttezza: non parliamo di tutti i presidi e docenti d'Italia, perché sappiamo benissimo che ve ne sono alcuni eccezionali. Ma proprio i migliori sono quelli più spesso emarginati o boicottati. Quindi grande solidarietà a tutti loro).

Alcuni dei ragazzi di Happy Academy 2016


Nel frattempo abbiamo trovato anche tanti ragazzi stupendi e davvero validi, così a Settembre 2015 è partita la prima edizione di Happy Academy, che tra un mese terminerà. I risultati sono stati davvero incredibili, superiori ad ogni più rosea aspettativa, come testimoniato dai ragazzi stessi sulla pagina Facebook.
Quindi, forti di questi successi, stiamo già preparando la prossima edizione, che sarà ancora più strutturata e potente. Uniremo infatti Happy Academy alla nostra Accademia Aziendale Sovversiva, ovvero il percorso formativo dedicato agli imprenditori.
L'idea è quella di permettere ai ragazzi selezionati di fare lo stesso iter di crescita degli imprenditori (da cui andranno poi a lavorare), affinché possano conoscersi prima dell'inserimento vero e proprio in azienda. Un percorso formativo in cui contemporaneamente l'imprenditore impara a delegare ed il suo futuro collaboratore impara a ricevere la delega, l'imprenditore impara ad organizzare il lavoro ed il futuro collaboratore impara ad essere responsabile e proattivo, e così via, in un progetto parallelo, ma destinato poi a congiungersi per dare soddisfazioni ad entrambi.

Per i ragazzi il percorso sarà, come sempre, gratuito.
Perché per ciascun imprenditore che si iscriverà all'edizione 2017 
della nostra Accademia Aziendale Sovversiva, 
noi metteremo a disposizione un posto per un ragazzo dai 18 ai 25 anni. 

Lo potrà scegliere direttamente l'imprenditore (magari coinvolgendo il figlio, o una persona che già conosce), oppure affidare a noi la selezione di una rosa di ragazzi in gamba, per poi decidere tra loro quale "adottare" e poi inserire in azienda.
Per chi è in cerca di personale sa che questo rappresenta quasi un sogno: poter scegliere tra persone già qualificate e che in più verranno formate per essere da subito utili e produttive in azienda.
E per i ragazzi un piccolo spiraglio di luce, tra inutili corsi finanziati dalla comunità europea e finti colloqui pagati da noi contribuenti per dare l'illusione che lo Stato si interessa dei disoccupati.


Inaugurazione di Happy Academy

Sappiamo bene che la nostra iniziativa non risolverà i problemi del lavoro in Italia, ma se tutti noi facessimo un pezzetto, all'interno del nostro territorio, forse questo produrrebbe più risultati che rimanere passivamente in attesa che qualcuno lo faccia per noi. 
Anche perché nessuno lo farà per noi.

Quindi se sei un imprenditore sovversivo (ovvero consapevole che fare impresa non ha solo una valenza economica, ma anche sociale) e vuoi contribuire anche tu a questo progetto, contattami privatamente.
Se sei un ragazzo che vuole proporsi per vivere questa esperienza, inviaci la tua candidatura a info@happyacademy.it. Ti risponderà il bravissimo Samuel, uno dei ragazzi che sta partecipando all'edizione 2016 di Happy Academy, e se avrai i giusti requisiti farai un colloquio direttamente con me.
Se sei un giornalista o un influencer, e ci vuoi dare una mano a diffondere questa iniziativa, te ne saremo grati.
Un domani, forse non troppo lontano, potremo creare una Happy Academy in ogni città, a supporto dei giovani e degli imprenditori che non si arrendono alla mediocrità e al pessimismo, ma si impegnano concretamente per costruire un futuro migliore per tutti.
Dopotutto, cosa c'è di più importante di questo?

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it