Le 4 cose che non si possono dire.

Oggi affermare cose vere in Italia è pericoloso, perché si finisce inevitabilmente col diventare antipatici o si rischia di passare per cinici.
Così se scrivo che nei prossimi anni ci sarà una grande selezione nel mondo del lavoro, e solo pochi imprenditori e professionisti si salveranno, mi arrivano mail arrabbiatissime da parte di persone che sostengono che quello che scrivo è ingiusto, perché tutti hanno diritto di lavorare, e non solo i "migliori".

Il che sarebbe "socialmente" giusto ed auspicabile, ma contrasta con il meccanismo economico e finanziario in cui siamo tutti incastrati, volenti o nolenti.
Per queste persone il nemico divento io che dico loro ciò che nessun politico o sindacato avrebbe il coraggio di affermare, poiché per imbonirsi il proprio elettorato devono sostenere che la situazione in cui ci troviamo è ingiusta e che dando loro fiducia e potere le cose cambieranno.
Mentono, sapendo bene di mentire, poiché non ci sarà alcuna fazione in grado di "proteggere" i lavoratori o di salvaguardare le piccole e medie imprese. Il motivo è semplice: qualunque fazione è intrinsecamente collusa con coloro che dicono di voler combattere e se davvero si ribellassero verrebbero subito messi da parte a favore di qualcuno più accondiscendente e disposto a fare il burattino più ubbidiente.


Questo è un guaio, soprattutto per chi vorrebbe sentirsi dire solo cose piacevoli o frasi rassicuranti. Per chi pensa che la destra o la sinistra possano creare più giustizia e più benessere. Per chi si illude che i pochi che stanno in alto abbiano a cuore i tanti che stanno in basso.
Purtroppo non hanno il potere di farlo. E tanto meno la volontà. 
Sarebbe come sperare che il giullare di corte riesca a convincere un re dispotico a redistribuire la sua ricchezza con i servi della gleba. Pura utopia. Il giullare deve ingraziarsi il re se vuole a sua volta mantenere il suo piccolo privilegio di stare a corte.

Le 4 cose che non si possono assolutamente dire (pena le ire dei servi che credono ai giullari) sono le seguenti:

1. I posti di lavoro diventeranno sempre più rari, poiché la maggior parte delle piccole e medie imprese non reggerà alla concorrenza straniera e al Sistema Italia. Licenzieranno e metteranno in cassa integrazione gran parte dei loro collaboratori, chiedendo ai pochi che terranno di lavorare di più con stipendi più bassi. Non per sfruttarli (come avviene nelle multinazionali) ma per tentare di sopravvivere. I sindacati che fingono di tutelare i dipendenti di queste aziende sono in cattiva fede, ed invece di combattere i veri sfruttatori fanno la lotta agli imprenditori già in difficoltà per colpa di uno Stato che tutela i forti a scapito dei deboli.

2. Quei pochi che non perderanno il posto di lavoro avranno sviluppato competenze che fino a qualche anno fa non erano indispensabili. In particolare doti relazionali e commerciali, a prescindere dal proprio ruolo. Questo significa che chi non le possiede come talento naturale dovrà necessariamente acquisirle. Affermare "ma io sono fatto così" oppure "chiedimi tutto tranne che di andare a vendere" significherà trovarsi in mezzo ad una foresta pensando di essere ancora in un villaggio turistico. Non basterà dire che non vi piace. Dovrete prepararvi ad affrontare le sfide più dure, oppure il futuro sarà davvero tosto.

3. Aumenteranno le diseguaglianze, diminuiranno i diritti. Verremo colonizzati da stranieri che hanno come obiettivo solo il profitto personale e non il benessere della popolazione. Ovvero ciò che abbiamo fatto noi occidentali per secoli nei paesi che oggi sono in via di sviluppo. La ruota gira e purtroppo per noi adesso ci troviamo nella parte sbagliata del mondo. Per chi non vuole vivere tutto questo l'unica alternativa è salutare amici e parenti ed andare a vivere dove c'è maggiore meritocrazia e sviluppo economico. Scordatevi una ripresa nel breve periodo. Sono bugie che vi vengono dette solo per farvi pagare le tasse senza protestare troppo col miraggio di un miglioramento futuro.

4. Dovremo rivedere il nostro stile di vita, adeguandolo verso il basso. Pensare di mantenere quello attuale è pura utopia (a meno che non facciate parte di quella ristretta fascia di persone che detengono potere e importanti capitali). Scordatevi adeguamenti salariali, posti fissi, tutele. Il precariato è destinato ad aumentare e nessuno potrà fare più i conti su uno stipendio sicuro. Chi non si adeguerà verrà sostituito da chi si accontenta di molto meno e che probabilmente viene da luoghi in cui non ha mai goduto del nostro ex benessere. Quindi è più predisposto ad accettare sacrifici.

Questa mia analisi so bene che disturberà gli animi sensibili, i teorici della giustizia, i buonisti, i sindacalisti più agguerriti. Ma protestare contro di me non cambierà le cose e neppure fare due manifestazioni in piazza servirà a qualcosa. E' già tutto previsto, sapranno come calmare i bollenti spiriti, finiranno di ipnotizzarci per farci credere che ci stanno salvando da qualche entità pericolosa ed astratta.

Una visione apocalittica e pessimista dunque? Assolutamente no. La foresta è un posto molto interessante, se ci si va attrezzati e preparati. E' un posto infernale per chi ha paura di ragni e serpenti.
Ora siamo ancora nel viottolo sterrato che dal villaggio turistico porta alla foresta. Hai ancora la possibilità di fare qualcosa per non farti cogliere di sorpresa. Oppure puoi dedicare il tempo che ti rimane scrivendomi mail di protesta o lamentandoti al bar con gli amici per il fatto che il tuo capo non ti aumenta lo stipendio o che sei disoccupato da sei mesi perché ti offrono solo lavori da venditore a provvigioni.

Sia ben chiaro che non voglio convincere nessuno. A me basta continuare a trovare persone già consapevoli di tutto questo e desiderose di unire le forze. Vi posso garantire che in mezzo alla foresta non essere soli sarà estremamente utile.





14 commenti:

  1. Mi sembra una prospettiva un po troppo pessimista sebbene di sicuro la situazione è dura, ma le crisi ci sono sempre state e sempre ci saranno quindi basta non farsi prendere dal panico ed aspettare che l'economia riprenda come è sempre stato.

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    1. Troppo pessimista? Io invece la penso proprio come fabrizio e credo che te sei uno di quelli che preferisce sentirsi raccontare le favole dai nostri politici.

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    2. Io non credo a nessuna favola e sto solo dicendo quello che penso. E poi se anche fosse così cosa potremmo farci? Niente. Quindi tanto vale non fasciarsi la testa prima di rompersela.

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    3. La testa non serve fasciarsela .Sara un problema di pancia,ed e' uno dei peggiori perche arrivati li la gente ragiona poco.Non che chi ha la pancia piena ragioni meglio ma comunque e' messo nelle condizioni piu favorevole per farlo.Tra l'altro per darti due numeri altre due aziende nel trentino stanno mettendo in cassa integrazione i loro dipendenti e se parliamo del trentino figuriamoci nelle altre regioni non a statuto speciale.In sostanza welcome to the jungle .E poi parlare ancora di aumento dei consumi dove ogni giorno le cave straripano mi sembra una boiata megagalattica .Si dovrebbe parlare di otimizzazione dell'economia e dei consumi.A dare conferma di cio che dice Fabrizio le aziende per abbattere sempre piu i costi stanno adottando sempre piu la robotica quindi meno dipendenti se non specializzati.Non c'e niente di apocalittico.E solo un momento che chiede alla gente di cambiare ma pochi sono disposti a farlo pochi realmente si mettono in gioco anche a beneficio degli altri,perche parliamoci chiaro chi aiuta l'economia con strategie nuove aiuta la societa dove si trova per lo meno non e' un peso.Teniamo conto che per cambiare in Italia esistono le possibilita di sicuro di piu della Namibia ,del Sudan,etc etc etc .Ma l'italiano vuole staticita vuole la sua bella area di confort il posto fisso e cagate del genere .
      Se non fosse cosi non esisterebbero le caste a partire dalla MAGISTRATURA dove li escono al mese con stipendi di minimo 5000 6000 euro al mese,con la responsabilita di sentenza divisa in tre gradi,con un costo per chi si vuol difendere fuori di gamella,per non parlare dei politici,Notai,etc etc.NON C'E INTERAZIONE LA GENTE E RINCOGLIONITA E I POTENZIALI della gente delle persone di ognuno di noi NON MESSI IN RETE RIMANGONO STERILI.Ragazzi se ne puo venire fuori ma dobbiamo come dice Fabrizio aumentare le nostre competenze e sopratutto essere piu attenti agli altri e vederli come risorsa e sopratutto dobbiamo avere la capacita di far emergere il potenziale degli altri e Fabrizio devo dire in questo ha del potenziale.C'e troppo egoismo e la giungla sara un buon metodo per far capire il valore della solidarieta.Dai ragazzi poche chiacchere tanti fatti .

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  2. Molto interessante, grazie. Devo ammettere che io fino ad oggi sono stata tra coloro che dicevano "Io vendere? mai!", ma credo che dovrò rivedere questo mio punto di vista, anche perché mi dispiacerebbe dover andare via dall'Italia. Tu conosci aziende che cercano venditori anche alla prima esperienza?

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  3. Ciao Cristina,
    sì scrivimi in privato (f.cotza@all-winners.it) che ti indico un'azienda che potrebbe aver bisogno.

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  4. Mah... Mi sembra uno scenario un po' arbitrariamente apocalittico. Sicuramente le vacche grasse sono finite, ma l'idea che scompaiano in massa i posti di lavoro e che in quei pochi iperspecializzati ci sia ogni giorno da trattare e commerciare per tenerseli che fondenti ha? Anzitutto non sin capisce perché le aziende dovrebbero smettere di riconoscere il merito e di improvvisamente aumentare la richiesta di peso selle soft-skills. Ma poi, non è mai esistito stabilmente nella storia che si accetti disoccupazione di massa e tracollo del benessere: menchemeno questo potrebbe essere compatibile con un sistema basato sul consumo di massa. Semplicemente, dovesse essere quello lo scenario verosimile, dopo i primi segni si tornerà alla "soluzione" di sempre: la guerra.

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    1. Gentile anonimo ti ringrazio per aver dato ulteriore supporto alle mie ipotesi.

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    2. Fabrizio, darti ragione significa essere una persona coraggiosa e fiduciosa nelle proprie capacità, anche in quelle che ancora (sottolineo "ancora") non si hanno.

      E vista la data "datata", complimenti per la lungimiranza.

      A presto :-)

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  5. ciao, io sono completamente d'accordo con te, e visto che le cose vere non si possono dire, probabilmente il 2013 sarà peggio di quello che tutti pensiamo.
    ciao

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  6. Pur condividendo in parte, io penso che la realtà ha molte facce. Se il pensiero collettivo è "distruttivo" si andrà verso la guerra, se invece il pensiero collettivo si sposta sull'aspetto positivo la mente collettiva ragionerà per trovare soluzioni... e la soluzione c'è ESISTE ed è dentro ognuno di noi. Quando il mondo che io vedo fuori non rispecchia il mondo che ho dentro, allora lotto in ogni istante del giorno per cambiare qualcosa, in ogni gesto. Se la massa delle persone continua a vivere in modo totalmente inconsapevole, il risultato è disastroso e lo vediamo. L'ingnoranza costa tantissimo.
    Mi domando per quale ragione il 90% della popolazione permette al 10% della popolazione di farla vivere in povertà e di farsi prendere per i fondelli?
    Invito ogni singola persona a iniziare a pensare immediatamente a cosa fare nella vita di tutti i giorni per cambiare il sistema.
    Cercare la verità, guidare i consumi, chiedere trasparenza ed essere trasparenti, conoscere se stessi, smetterla di lamentarsi ed essere costruttivi, tirare fuori coraggio e determinazione, iniziare a pensare con INSIEME e non come singolo che è più furbo di un'altro... non delegare il potere e le decisioni... QUESTO E' IL CAMBIAMENTO e questo cambiamento porterà a creare un mondo migliore. Oggi nel mondo ci sono 116.000 associazioni che stanno lavorando ogni giorno per questo... sii uno di loro!

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  7. Lettura adamantina, sobria, puntuale, lineare di ciò che socialmente è. Un fatto, senza ghirigori.
    Della serie: questo è quanto!
    Essere d'accordo o meno devia la comprensione (dei contenuti e soprattutto di noi stessi). Interessante è cogliere il tumulto (se c'è) che si mette in moto nel nostro corpo-mente quando lo leggiamo, soprattutto quelle sensazioni corporee che ci dicono chiaramente che stiamo alzando difese.

    Ed anche vero che su ciò che sarà abbiamo - stringendo - almeno due possibilità, che tuttavia sono individuali: indulgere su visioni del futuro suggerite dall'attaccamento al passato modo di pensare (storico, sociale, e soprattutto emozionale), oppure permettersi quella che per es. Mike Boxhall - http://theemptychairteachingfoundation.com/ chiama "la beatitudine dell'insicurezza", riferendosi ad un attitudine interiore, certo, ma possiamo continuare il distinguo?

    Permettersi una mente-nonso (l'articolo offre degli spunti... tuttavia come se fosse possibile svegliarsi la mattina e trovarla bella che pronta). Una delle necessità di tale scompiglio, crisi, agonia di vecchi paradigmi (ciclicamente ha da accadere, il "deve" si chiama evoluzione) è scollarci dalle nostre granitiche identificazioni: io sono un avvocato e voglio fare l'avvocato, io sono un professore e voglio fare il professore, io sono un giornalista etc.... io ho studiato per... questa è la mia competenza. I tempi richiedono che le nostre ben disegnate identità personali-professionali, i nostri ego, collassino.

    Anch'io sono nella mischia, con la differenza che il lavoro l'ho lasciato io, nel 2010 (direttore responsabile di un trimestrale) nel momento di maggior insicurezza economica. Perchè? Perché volevo essere viva in forze e in forze per condividere le forze, non morta per convenienza. E ora: mi barcameno guardando in faccia la realtà. Quali sono dunque le tue proposte Mister CoTza! Per formazione, strategie neurolingistiche, consigli ben pagati ho già pagato l'obolo, cosa c'è davvero di nuovo tra le righe del tuo intervento?

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    1. Gentile Elsa,
      non diffondo questi concetti per vendere qualche corso in più, anche perché per fortuna non ne ho bisogno. Lo faccio per tentare di dare un piccolo contributo nel risvegliare dal torpore in cui siamo finiti.
      Non so dirti cosa c'è di nuovo nei miei interventi e se questo abbia un valore. Lascio sempre che siano gli altri a dirlo. Di sicuro penso che le parole servano solo se seguite da fatti, ed è quello che tento di fare tutti i giorni, soprattutto col nostro network del Winner Group, che riunisce tanti piccoli e medi imprenditori realmente costruttivi e proattivi. Chiunque voglia unirsi a noi è benvenuto.

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  8. IO SONO CONVINTA E AGGIUNGO, DONNA, CHE SOLO I MIGLIORI E LE MIGLIORI HANNO DIRITTO DI LAVORARE ED ESSERE RICONOSCIUTI. BASTA NEPOTISMI DI QUALSIASI TIPO.
    GRAZIE E SALUTI CORDIALI

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it