Come affrontare i problemi.


Tu sei vivo grazie ai tuoi problemi, perché un essere umano senza ostacoli da superare si lascerà lentamente morire. Ho conosciuto centinaia di persone che stavano vivendo una vita “ideale”, senza alcuna necessità economica, corteggiati per il loro fascino, in salute fisica. Ma molti di loro erano riusciti a crearsi fobie o ansie totalmente immaginarie, che chiamavano “problemi”.
Quindi cos’è, di fatto, un problema?
E’ semplicemente un’asticella che tu decidi di mettere nel valutare gli avvenimenti della vita. Se l’asticella è bassa, la maggior parte di quello che ti accade viene classificato dalla tua mente come problema da vivere male a livello emozionale: una telefonata di un cliente insoddisfatto, una persona che ti taglia la strada, una bolletta del telefono troppo cara, un’incomprensione col partner, una giornata piovosa e così via.

Viceversa ci sono persone che non vengono condizionate da eventi come questi, poiché pongono l’asticella più in alto e si turbano solo per eventi quali un licenziamento improvviso, il lutto di un loro caro o una grave malattia personale.
Pochissime persone poi sono in grado di non farsi turbare a lungo neppure da questi eventi così importanti, non per cinismo o aridità di sentimenti (il turbamento non ci sarebbe nemmeno per pochi istanti) ma perché hanno avuto la capacità di superare l’iniziale sconforto per poi ricominciare ad osservare quello che ancora potevano fare per godersi ogni attimo del presente.

Questo limite sottile, tra l’equilibrio emozionale e la totale assenza di emozioni, rappresenta uno degli aspetti più importanti per comprendere l’essenza della vita.
Facciamo un esempio pratico.
- Vengo lasciato dalla persona con cui avevo una relazione da qualche anno.
La totale assenza di sentimenti mi porterebbe a criticarla razionalmente, sostenendo che non sa cosa si è persa e provando solo rabbia per l’orgoglio ferito. Queste reazioni emotive non sono manifestazioni di forti sentimenti, bensì di aridità profonda, poiché ci si concentra solo su se stessi e sul “torto” subìto, invece che sull’esperienza realmente vissuta.
Una vera ricchezza interiore porterebbe innanzitutto a chiederci cosa avremmo potuto fare di diverso, per non essere lasciati. Una volta fatto questo, dopo la normale sofferenza iniziale, potremmo perdonare e rimanere amici con chi ci ha lasciati e comprendere cosa davvero stiamo cercando e cosa siamo disposti ad offrire al nuovo partner.

Questo secondo atteggiamento non ha nulla a che vedere col cinismo, ma è un modo per evitare di ripetere gli stessi errori (e quindi di provare nuovamente le stesse sofferenze). E’ un modo sano per ridisegnare la rotta della nostra esistenza, affinando contemporaneamente la meta e gli strumenti per arrivarci.


Se ti interessa approfondire questa tematica leggi anche "Cosa vuol dire Proattività"

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it