Tu ci credi ancora?


Ho da porvi una domanda molto importante. Dalle risposte che mi darete (o non mi darete) capirò se sono l'unico ad avere questa idea nella testa o se c'è qualcun altro a pensarla come me.
La domanda è questa: qualcuno di voi crede ancora che sia possibile cambiare lo stato delle cose contando sulla politica? Avete ancora la speranza in un miracoloso intervento, da parte di chi ci governa, finalizzato a rimettere a posto la società, l'economia, il degrado, l'ingiustizia, lo strapotere delle multinazionali, la graduale scomparsa della libertà individuale? Non parlo di destra o sinistra. Intendo tutta la classe politica.
Ve lo chiedo perché io ho abbandonato da tempo questa illusione e non mi aspetto ormai nulla. Anzi, mi stupisco quando la politica non diventa fonte di problemi, per me cittadino. E mi domando se sono io ormai troppo pessimista riguardo a questo, o se il paradosso che vivo (di avvertire come "problema" coloro che dovrebbero essere fonte di soluzioni) è più diffuso di quanto creda.
Se proprio devo dirla tutta sono convinto che gli unici cambiamenti veri possano arrivare dall'unione di forze che arrivino dal "basso". Per fortuna scopro un numero sempre maggiore di gruppi di persone che si coalizzano per portare avanti progetti ed iniziative ignorate (o boicottate) dalle istituzioni pubbliche. Il primo approccio è spesso virtuale, come la maggior parte delle persone che quotidianamente viene a leggere questo blog, ma poi ci si incontra di persona, si iniziano progetti, si costruisce un futuro più vero di quello fittizio che vediamo in TV. E mi chiedo: cosa accadrebbe se tutti questi piccoli gruppi spontanei decidessero di unirsi tra loro? Arriveremmo a creare quella famosa massa critica, necessaria per creare una vera svolta sociale? Noi del Winner Group ad oggi siamo un centinaio, ma quante altre centinaia o migliaia di persone gravitano attorno ad iniziative come la nostra?
Se anche voi, come noi, avete come obiettivo quello di uscire dai meccanismi robotici che tentano di inculcarci (lavora, consuma, ammalati, muori) allora battete un colpo e diteci chi siete e cosa state facendo.
Il vostro progetto è diffondere prodotti biologici? Ottimo.
Avete un sistema meraviglioso per eliminare lo stress? Ditecelo.
Vi incontrate periodicamente per diffondere la cultura delle energie alternative? Perfetto.
Fate parte di un circuito di monete complementari? Meraviglioso.
Non rimanete da soli, non siate esclusivi. Uniamo tutti questi anelli e formiamo una catena solida che possa crescere esponenzialmente.
Forse i tempi sono davvero maturi per cominciare a creare, tutti assieme, qualcosa di grande.
Attendo, fiducioso, il vostro feedback (qui nei commenti o in mail privata a f.cotza@winnergroup.it).

2 commenti:

  1. menneno io credo agli omini nella stanza dei bottoni. cerco alleanze, mi rimbocco le maniche e ci provo ogni giorno.

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  2. Grazie Carolina per il tuo contributo, che ovviamente condivido in pieno.
    Rispondo anche alle varie mail che mi sono arrivate:

    @ Marco Monti: sono d'accordo con te, non è la politica che va demonizzata, quanto i politici che da 40 anni governano. Ma temo che i nostri politici siano essi stessi vittima di qualcosa di più grande di loro, ovvero quel mostro impersonale che è l'Unione Europa con tutte le leggi ed i tratti che ne sono seguiti in questi anni, e che hanno totalmente depauperato la Sovranità di ogni paese membro (vedi trattato di Lisbona).

    @Stefano Trentini: non è certo mia intenzione mettermi a fare politica. Ho chiuso definitivamente con questa "illusione" molti anni fa, quando un noto personaggio politico un giorno mi prese sotto braccio dicendomi: "Tu hai i numeri per fare molta strada, ma devi cominciare ad accettare qualche compromesso". Fu l'ultimo giorno del mio impegno politico.
    E non voglio assolutamente che Winner Group entri in qualche meccanismo politico (come sai di offerte ne abbiamo ricevuto tante e sono sempre state tutte rifiutate).

    @Monica Mameli: grazie, in effetti l'idea è proprio quella di crescere senza fretta, ma salvaguardando i nostri valori. Meglio pochi ma buoni! Quello che proponevo era solo una sinergia tra i vari "piccoli gruppi" per non sentirsi isolati.

    @Stefano Righi: No, non è una questione "economica". Vogliamo essere tanti per poter essere autonomi come gruppo, non per creare gruppi d'acquisto. Il concetto è "meglio tante aziende diverse e complementari" piuttosto che tante aziende simili per avere potere contrattuale.

    Infine grazie per il supporto a Mario, Elena, Roberto, Enrico e Stefania. Ma vi chiedo di esprimere idee più che "approvazione".
    Ditemi se conoscete piccoli network nel territorio emiliano romagnolo, altrettanto liberi da condizionamenti, che vogliano condividere questo processo di crescita personale e di gruppo.

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it