Non mi soffermerò sulla banalità dell'affermazione (almeno per chi abbia mai venduto qualcosa in vita sua) quanto sul vero significato che nasconde.
Se questo messaggio lo applicassimo alla più banale mercificazione del corpo, la morale comune ci porterebbe a pensare che tale pratica è eticamente sbagliata. Tanto da considerare una prostituta una persona priva di valori, senza alcun rispetto per se stessa.
Vendere il proprio corpo rappresenta il punto più basso per chi ambisce ad ottenere benefici senza grandi sforzi, oppure l'ultima delle soluzioni per chi non può far altro per sopravvivere.
Eppure, il "vendi te stesso" inteso come mercificazione del proprio "spirito", invece che del proprio corpo, non viene più visto come svilente, ma addirittura consigliato e apprezzato.
Come se lo spirito valesse meno del corpo. Come se prostituirsi, senza però concedere il proprio corpo, rappresentasse un'attività più "nobile".
Ovviamente la nostra mente trova ottime risposte a tutto questo, affermando che non si tratta di reale prostituzione, poiché il "vendersi" in questo caso viene inteso come la capacità di "creare feeling, affinità, intesa". Tutto ciò col fine di non proporre freddamente il prodotto, conquistando prima la fiducia di chi si ha di fronte. Solo in questo modo sarà possibile "aggirare" le sue difese e facilitare così la vendita.
Razionalmente non fa una piega, ma si tratta di un'evidente escamotage per non dare il vero nome a tutto ciò.
Significa imbellettare ciò che bello non è, coprendo con trucchi di vario tipo un viso naturalmente repellente, al fine di ingannare noi stessi, oltre che gli altri.
Il "vendi te stesso" è il simbolo evidente di una legittimazione del "successo ad ogni costo", che vede come persone degne di stima quelle "vincenti", senza preoccuparsi troppo di come lo diventano. E' lo slogan perfetto per chi pensa che il fine giustifichi i mezzi, dietro ad una finta etica che condanna il ladro di polli o la puttana di strada, ma che glorifica i veri professionisti del furto e i venditori della propria dignità.
Non sono d'accordo con questa interpretazione,il "vendere prima di tutto se stessi" per un venditore significa semplicemente che se non siamo in grado di fare una buona impressione innanzitutto come persone,nell'aspetto curato,e nel modo di parlare e agire,difficilmente il potenziale cliente acquisterà qualcosa da noi,perchè non gli avremo ispirato fiducia,che è alla base di ogni relazione umana.Non si tratta d'imbellettarsi o "prostituirsi"ma di ESSERE persone degne di fiducia,quindi nessun trucco,ma sincerità e spontaneità.
RispondiEliminaLa mia era un'evidente provocazione. Do per scontato che chi si occupa di vendite conosca almeno l'ABC. Così come di per scontato che chi lascia un commento si firmi con nome e cognome. Ma in effetti non bisogna mai dare nulla per scontato ;)
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