Differenze tra l'Italia e il Nord Europa

Era da tempo che mi chiedevo quali fossero le differenze sostanziali che stanno determinando una frattura incolmabile tra i cosiddetti PIIGS (cioè i paesi che in Europa stanno peggiorando sotto il profilo economico e sociale) e quelli che invece stanno crescendo o comunque mantenendo la propria ricchezza.
Per rispondere a questa domanda, andando oltre ai classici luoghi comuni, ho deciso di visitare in un breve ma intenso tour di due settimane la Germania, l'Olanda e il Belgio.
La prima sorpresa è stata che dei tre Paesi quello che mi ha colpito favorevolmente di più è stato il Belgio (e non la Germania come ipotizzavo). Tenendo infatti in considerazione fattori non solo economici ma anche sociali, ho trovato in loro aspetti legati alla qualità di vita più vicini al mio concetto di "benessere".

In generale (sebbene più spiccato in Belgio) quello che a mio parere ci differenzia da loro è legato a questi fattori:


1. Grande attenzione ai ragazzi e alla famiglia. In molte città, ma anche nei centri più piccoli, si notava una grande vitalità e un bel fermento giovanile. I loro discorsi vertevano spesso su argomenti culturali e soprattutto era evidente una grande serenità nei loro sguardi.
Nonostante il clima ancora freddo era normale vederli parlare seduti nei prati (e non rinchiusi in casa a guardare tv o giocare a playstation) cosa che in Italia noto sempre meno.
Diciamo che la sensazione è stata quella di desiderare che mio figlio un giorno conducesse quello stile sano di vita.

2. Qualità media di chi lavora superiore a quella italica. Parlando con numerosi ragazzi assunti al Parlamento Europeo di Bruxelles mi facevano notare come i loro colleghi fossero di un'efficienza incredibile durante le ore di lavoro, sebbene alle 17.30, cascasse il mondo, si finiva e si andava a casa. Gli "straordinari" non esistono, anche perché con tutta quella efficienza non ce n'è bisogno. Anche la qualità relazionale di chi lavora all'interno di negozi è mediamente più alta rispetto a quella che si trova in Italia. Le attività di ristorazione in particolare erano gestite in maniera veloce ed eccellente a prescindere dalla qualità del locale stesso.

3. Vera integrazione culturale tra le varie etnie. Ho assistito a Colonia ad uno spettacolo in una delle piazze principali in cui varie popolazioni lì residenti facevano fare ai propri bambini uno spettacolo caratteristico del loro Paese. C'era un'atmosfera di grande festa tra genitori e bambini e vedevi come la diversità veniva fatta vivere, già da piccoli, come un arricchimento culturale. Nei vari stand attorno si preparavano ricette locali e al centro della piazza, su panche in legno, si poteva mangiare. Una iniziativa semplice, a basso costo, ma importante (e mai vista qui in Italia).

4. Proattività e grande rispetto delle persone (non solo delle regole). Questo è l'aspetto sicuramente più noto, ma vorrei citare un esempio. Avevo prenotato un soggiorno in un piccolo ma molto grazioso albergo solo per una notte. Al mattino dopo, volendo restare ancora un giorno ho chiesto se c'era disponibilità. Purtroppo era tutto pieno, quindi sono andato in camera a fare i bagagli. Una volta sceso nella hall per fare il check out la titolare mi ha detto che si era già informata presso strutture vicine per sapere se avevano disponibilità e in effetti mi aveva trovato una stanza poco distante, ad un buon prezzo.
Questo atteggiamento, che spesso io devo insegnare nei miei corsi, in loro è molto più innato (quindi io avrei meno lavoro lì!).

5. Maggiore supporto alle classi più deboli, che però hanno voglia di fare (e non solo che vogliono vivere da parassiti). Ho conosciuto un ragazzo portoghese che viveva da 7 anni in Germania. Aveva provato a venire in Italia, visto che la ragazza è pugliese, ma non ha ricevuto nessun supporto. Quindi hanno deciso di provare in Germania e mi ha assicurato che è stata tutta un'altra cosa, dalla casa la lavoro, al supporto economico per la figlia quando è nata (e che avranno fino a quando avrà compiuto il diciottesimo anno di età). Mi assicurava che non avrebbe mai fatto cambio con un altro Paese, sebbene gli mancasse il clima mediterraneo...

Queste riflessioni portano a capire che il problema in Italia, prima che economico è culturale e sociale. Abbiamo dimenticato che la ricchezza equamente distribuita è spesso una conseguenza di un approccio sano agli altri e alla vita. Non sarà certo l'austerità a farci riscoprire questi valori. Bisogna partire dai ragazzi, dalla scuola, dai piccoli esempi di civiltà. Ed invece ci ritroviamo a dover lottare contro un mostro ottuso che fagocita la speranza delle persone ed il loro benessere.


2 commenti:

  1. grazie per le informazioni, bellissimo e utile post

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  2. Il problema di una nazione non può essere riconducibile all'operato solo di poche persone, ma di una mentalità radicata in ogni individuo. Manca per esempio la visione delle cose a medio e lungo termine e molto altro. Ma potrebbe essere che chi tira le fila di tutto voglia tenerci proprio così?
    Grazie Fabrizio
    Braglia Marco

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it