L'allegria, sintomo di eccellenza?


Ieri sera ho partecipato ad una divertente ed informale festa organizzata da un mio cliente per festeggiare i 30 anni di attività. Tra una grigliata di carne e un sfida a beach volley, tra un tuffo in piscina (più o meno volontario) ed un brindisi è venuta fuori una serata dai mille spunti, anche professionali.
Erano infatti presenti quasi tutti i migliori collaboratori dell'azienda e ciò che notavo in loro era una contagiosa e spontanea allegria, la stessa che si nota anche quando sono in azienda a lavorare.
Forse è solo una coincidenza, ma spesso mi capita di notare come coincida l'eccellenza lavorativa con il buon umore, la capacità di sapersi prendere un po' in giro, lo sdrammatizzare i problemi o le difficoltà.
Anche in un momento ludico emergono i leader, gli stakanovisti, i creatori di valore. Perché l'atteggiamento al lavoro spesso si riflette nell'atteggiamento alla vita, e viceversa.

Ben vengano quindi in azienda le persone che hanno già di loro un approccio ottimistico alla vita, che non si impermalosiscono se qualcuno gli fa un'osservazione, che sanno fare gruppo includendo anche chi è meno socievole, che amano mettersi a disposizione del prossimo.
Queste caratteristiche raramente possono venir sviluppate con un corso di formazione o con delle "regole aziendali". Fanno già parte dell'individuo.
Questo non significa escludere chi ha un carattere un po' più introverso o meno socievole. Anzi. Significa dar loro la possibilità di esprimersi meglio, proprio perché circondati da un ambiente positivo e costruttivo, creato proprio da chi è spontaneamente più estroverso.

L'importante è che non avvenga il contrario. Ovvero che i pochi dal carattere più polemico o critico non vadano a condizionare chi non è come loro, additandoli come persone "poco serie" o "furbe". La diversità va accettata da parte di entrambi e tutti devono rispettare le persone che hanno attorno. Ma dalla mia esperienza gli "intolleranti" non sono quasi mai i creatori di energia positiva. Spesso gli intolleranti sono proprio i dissipatori di quell'energia, attentissimi nel notare negli altri la più piccola mancanza ma assolutamente incapaci di vedere le proprie.
Ed è solo da quest'ultimo tipo di persone che la parte "sana" si deve difendere.

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it