Il Freedman pensiero

Il mio bravo collega Sergio Benanti ha riassunto in maniera efficace ciò di cui ci parlerà Joshua Freedman il 10 Maggio:

Chi opera quotidianamente in realtà competitive e vuole accrescere la propria efficacia personale e professionale deve educarsi ad acquisire, oltre a fondamentali competenze tecniche, anche competenze emotive, che risultano essere determinanti al fine di ottenere il successo lavorativo.

L'intelligenza emotiva può essere vista come la capacità di percepire, comprendere e regolare i propri stati d’animo e le proprie emozioni.

L’Intelligenza Emotiva non è la capacità di sopprimere le emozioni negative e di incoraggiare quelle positive, così come le strutture sociali, nelle quali siamo cresciuti e viviamo, ci hanno educato a fare sin dalla nascita.

Le emozioni sono utili, ci consentono di capire il nostro comportamento e di riflettere su noi stessi e sulle persone con cui ci relazioniamo.

Le emozioni non sono superflue, anzi, sono necessarie per la nostra sopravvivenza. Costituiscono, infatti, “pezzetti” di informazioni fondamentali per prendere le giuste decisioni nei contesti più disparati.

Il modello di intelligenza emotiva si rifà a quattro differenti set di abilità:

Identificare le emozioni - consiste nella capacità di identificare le proprie emozioni e di rilevare quella delle altre persone attraverso le espressioni facciali, le voci o le situazioni (...)

Utilizzare le emozioni - è la capacità di utilizzare le emozioni per facilitare le varie attività conoscitive, come pensare e risolvere i problemi (...)

Comprendere le emozioni - è la capacità di decifrare il linguaggio emotivo e di riconoscere i complicati rapporti che intercorrono tra le emozioni (...)

Gestire le emozioni - consiste nella capacità di regolare le proprie emozioni e quelle degli altri. A ciascuno di noi sarà sicuramente capitato, nel corso della propria vita, di perdere il controllo delle proprie emozioni (…)

Le competenze emotive possono essere apprese, ed in una realtà nella quale ci accorgiamo che l'organizzazione strategica di un' azienda, o del lavoro in generale, non bastano a fronteggiare la realtà, né a gestire persone, è opportuno evidenziare una delle considerazioni che stanno alla base del principio della leadership: non si può parlare agli altri se non si parte prima da se stessi!

E' importante rispondere a questa domanda: se volessimo “realmente” gestire persone non dovremmo forse essere prima in grado di gestire noi stessi?

Nessun commento:

Posta un commento

Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it