Come crearsi un Piano B Consapevole

Quando si parla di Consapevolezza si pensa subito a qualcosa di mistico, necessariamente legato alla meditazione o a qualche disciplina ascetica. Io credo che la Consapevolezza sia invece un approccio alla vita, che permette di essere lucidi nelle proprie scelte, uscendo dall'ipnosi di massa e dal grande sonno che caratterizza ormai gran parte della popolazione.
Essere Consapevoli significa ascoltare un telegiornale o leggere un quotidiano notando tutte le follie che tentano di farci passare per cose normali. Significa cercarsi, autonomamente, le fonti di quello che ci viene propinato per comprendere un pezzetto maggiore di verità. Significa scoprire le vere bugie e non accontentarsi delle finte rivelazioni che ci vengono offerte dalle finte trasmissioni di finta protesta.
Essere Consapevoli vuol dire guardare in faccia la realtà, senza giudicarla bella o brutta, ma solo per quella che è. Ed agire di conseguenza.
Se la realtà che ti circonda non ti soddisfa, la Consapevolezza ti permette di scegliere: cambiare quella realtà o cercarsene una diversa. Tutto ciò che esula da questa duplice scelta è un "sonno turbato e passivo" da parte di oche starnazzanti in un laghetto melmoso.


Altro mito da sfatare: la Consapevolezza non è accettazione di tutto e di tutti. Questa è una distorsione buonista, funzionale per il consolidamento dello status quo. Motivo per cui molti "ribelli" sono finti e prezzolati: devono fungere da valvola di sfogo, dando l'illusione che c'è qualcuno che protesta per loro (come ad esempio i famigerati black bloc).
Una protesta Consapevole sarà ferma, ma non potrà mai essere violenta. Le richieste saranno assertive, mai aggressive. L'approccio sarà determinato, mai arrogante.
La Consapevolezza permette di distinguere queste sfumature e di non capovolgere il significato di ciò che facciamo e di ciò che ci viene fatto.

Dico questo per ribadire che la Consapevolezza non è un fine, bensì il mezzo.
Quindi, se è un mezzo, a cosa serve?
Di questi tempi è utilissima, per non dire vitale. Perché permette di comprendere in che situazione ci troviamo edi poter prendere dei provvedimenti di conseguenza.
Non si tratta di preveggenza. A chi mi chiedeva come avessi fatto a pubblicare il libro "Per fortuna c'è la crisi!" prima che arrivasse la crisi del 2008 rispondevo che i segnali c'erano già prima, bastava osservarli con buon senso.
La stessa cosa la ribadisco ora. Se una persona non è completamente anestetizzata da tv, radio e giornali dovrebbe avere ben chiaro cosa accadrà in futuro, sotto il profilo sociale, ecologico, politico e finanziario, in Italia, in Europa e nel Mondo.
Non devi essere un genio e non devi essere un pessimista (si veda il mio post precedente in merito a questo argomento). Prevedere nel 2006 la crisi del 2008 non significava essere un catastrofista, e chi ha letto il mio libro ricorderà che il messaggio era: fai le azioni giuste adesso, prima di venire travolto dalla valanga. E questo permise a moltissime persone di salvaguardare se stesso e la  propria azienda, superando indenne quella prima sfida.
Ora il messaggio non è solo rivolto agli imprenditori ma a tutti coloro che hanno voglia di guardare al futuro in maniera realistica e proattiva.
Ed è sintetizzabile in questa frase: costruisciti un PIANO B!

Cosa significa e in cosa consiste un Piano B?
Partiamo da alcuni presupposti fondamentali:

1. Non va fatto per paura che cada un meteorite, che gli alieni ci invadano arrivando dal planet x o per salvarsi dall'inversione dei poli.
Il piano B è ciò che avrebbe dovuto fare un argentino prima del default del 2000 ed è quello che avrebbe aiutato un greco un paio d'anni fa. Parliamo quindi di cose che sono già accadute o che stanno accadendo, non di un futuro fantascientifico.

2. Ciascuno di noi dovrà crearsi il proprio piano B, a seconda delle proprie idee, prospettive, necessità e risorse. Per questo non ha senso proporre ad altri il proprio Piano B, se non per un confronto soggettivo. Io potrei aver risorse economiche che mi permettono di comprare un pezzo di pane a 60 Euro (come è accaduto da poco in Grecia) oppure voler garantire ai miei figli un futuro migliore. Potrei amare i paesi stranieri e non temere i cambiamenti o essere radicato al mio paese di origine e alle mie abitudini. Potrei avere un lavoro che posso svolgere in ogni parte del mondo o essere legato alla mio posto pubblico.
Quindi, ribadisco, non esiste un Piano B perfetto o uguale per tutti.

3. Il Piano B servirà a prescindere. Se anche tutto andrà per il meglio, Monti salverà il Paese, l'Europa diventerà unita e solidale con i PIIGS, gli USA non attaccheranno Siria ed Iran, la crisi passerà e le popolazioni del Globo vivranno in pace e fraternità, il Piano B ti sarà stato utile per mettere in discussione lo status quo in cui vivi e per comprendere qualcosa di te. Perché quando rifletti sull'ipotesi che niente è scontato, riscopri la meraviglia del quotidiano e assapori nuovamente alcuni piccoli piaceri della vita. Per esempio a me il Piano B ha dato la possibilità di rallentare i miei ritmi di vita e di comprendere che non voglio vivere per lavorare 10 ore al giorno.

4. Non è obbligatorio crearsi un Piano B. Se la cosa ti mette ansia, turbamento, preoccupazione o se semplicemente ritieni che sia inutile farlo hai tutto il diritto di non farlo. Basta che lasci agli altri la libertà di agire senza rompere troppo le balle! Lo dico perché da quando ho deciso di affrontare questo argomento ho notato che qualcuno sente il bisogno di dover ironizzare su questi discorsi o di far sentire sbagliati coloro che hanno deciso di crearsi un'alternativa. La libertà di scelta è sacra. Sia per gli uni che per gli altri. Rispettiamola entrambi.

A questo punto cosa significa crearsi un Piano B?
Per semplificare potremmo dire che l'approccio giusto è quello del giocatore di scacchi, la cui abilità consiste nel prevedere gli effetti delle proprie mosse e di quelle dell'avversario.
Allo stesso modo un Piano B parte da una serie di domande:
"Cosa mi sarebbe utile fare adesso, nel caso avvenga questa determinata circostanza?".
Ad un argentino sarebbe valso oro ritirare i propri soldi prima del default, o convertire i propri pesos prima che venissero svalutati quasi del tutto. Chi ha tentato di farlo dopo è rimasto senza niente in mano. E ci sono persone che si sono ammazzate nei supermercati per potersi prendere qualche scatoletta di fagioli. Eppure fino a qualche settimana prima in molti se ne stavano tranquilli a casa a guardare la tv, "sperando" che tutto si aggiustasse.
Quindi alcune domande utili potrebbero essere:
"Cosa farei se ci fosse un black out di qualche giorno?"
"Cosa farei se mi impedissero di ritirare i miei soldi dal bancomat per un mese?"
"Cosa farei se i supermercati rimanessero vuoti per qualche giorno?"
Provate a pensare a quello che è successo per qualche giorno di sciopero degli autotrasportatori qualche settimana fa: benzina finita, discount senza cibo, scene di panico, tafferugli...
A loro il piano B sarebbe stato già utile.

Qualcuno ritiene che il piano B debba prevedere anche l'ipotesi di un trasferimento, provvisorio o definitivo, in un paese straniero che garantisca più stabilità e crescita. La storia insegna che per ogni Impero che crolla una nuova civiltà nasce e prospera. Non serve un professore di economia per comprendere che la ricchezza si sta spostando verso altri Paesi, che fino a poco tempo fa erano considerati svantaggiati o poveri: Brasile, India, Malesia, Russia, Cina, la stessa Argentina. Alcuni cambiamenti sono impossibili da contrastare e noi, purtroppo, in questo momento ci troviamo nella parte sbagliata del Globo. Puoi ritagliarti comunque la tua nicchia qui in Italia (e su questo argomento ho già scritto abbondantemente) oppure andare dove in futuro ci sarà più ricchezza.
Infine c'è chi teme che la crisi si trasformi in disordini e tumulti o addirittura in guerra. Non so quanto questa teoria sia plausibile, ma in questo caso la scelta sul dove andare potrebbe cambiare, preferendo Stati lontani dalle "zone calde" o storicamente neutrali (come ad esempio la Svizzera).

Merita poi un discorso a parte la questione degli investimenti (per chi ha questa necessità). Io non sono un esperto in questo settore, quindi evito accuratamente di dare indicazioni, ma non è un segreto che avere beni sicuri (quali metalli preziosi o terreni agricoli) di questi tempi sia preferibile rispetto a qualsiasi speculazione finanziaria. Se però amate il rischio non sarò certo io a fermarvi.

Costruirsi il proprio piano B è assolutamente stimolante e potrebbe in futuro rivelarsi una scelta vantaggiosa a prescindere da quello che accadrà. Per questo dopo molte reticenze ho deciso di parlarne pubblicamente, pur sapendo quali rischi avrebbe comportato. Ho scoperto in questo modo che molti stavano già andando in questa direzione e ciò ha permesso di scambiarci consigli, informazioni, esperienze davvero utili.
E dall'unione di tanti singoli piani B stanno nascendo progetti più grandi, accumunati dal desiderio di diversificare le proprie attività, prendendo in considerazione opportunità che prima non avremmo minimamente notato.
Per questo costruirsi un'alternativa (o ipotizzare scenari futuri diversi da quelli attuali) non deve mai essere una scappatoia, bensì un'implementazione di ciò che già si fa. Perché un buon piano B non nasce da una fuga dall'attuale fallimento ma dalla replica di una condizione di appagamento e successo.
Questo è il motivo per cui è molto importante scegliere con chi condividere il proprio piano B. Fatelo con chi ama le grandi sfide e non teme il futuro. Diffidate di chi vuole essere solo accondiscendente o vuole dimostrarvi che avevate torto. Partite per questo viaggio se dentro di voi sentite che è la cosa giusta, a prescindere da ciò che accadrà.

Perché in effetti il piano B è un piccolo lusso che non tutti posso permettersi. Non per mancanza di risorse economiche, bensì per carenza di energia vitale. E' molto più facile attendere, sperare, lamentarsi e criticare. Per questo non stupirti se non sarai compreso o addirittura osteggiato. Anzi, prendilo come un segnale positivo. Vuol dire che la tua scelta è quella giusta.



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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it