Una felicità infelice


Eccomi di nuovo qui.
Sono reduce da una bella vacanza, una crociera sul Mediterraneo. Un'esperienza interessante non solo per i bei luoghi visitati ma anche per aver osservato dinamiche umane affascinanti e strettamente legate al concetto di "felicità" o, se preferite, di serenità interiore.
Molte persone che erano lì stavano realizzando un piccolo sogno, la vacanza immaginata e attesa per mesi, forse anni. Lo si poteva capire soprattutto dal primo giorno, in cui si notava nelle espressioni della maggior parte di loro un entusiasmo ed uno stupore fanciullesco.
Il che era perfettamente comprensibile.
Ciò che invece mi ha lasciato perplesso è stato notare cosa è successo subito dopo. L'ho chiamata la "felicità infelice". Infatti tutto ciò che avrebbe dovuto rappresentare motivo di gioia o divertimento nel corso dei giorni si è trasformato per alcuni di loro in causa di ansia, stress, nervosismo.
Reduci da un'escursione, magari in un luogo ricco di storia e fascino, riuscivano a concentrarsi unicamente sul fatto che la guida era stata poco precisa, che nell'autobus l'aria condizionata era troppo alta, che i venditori di souvenir erano stati eccessivamente assillanti. Li ritrovavamo a cena stanchi o arrabbiati, esattamente come dopo una giornata di pesante lavoro d'ufficio.
E l'aspettativa era sempre sul giorno dopo, su quello che si sarebbe fatto.
Ma il giorno successivo diventava occasione per altre lamentele, altre insoddisfazioni, altri buoni motivi di stress.
Queste persone non riuscivano neppure a godere del loro sogno realizzato e non perché fosse inferiore alle aspettative, ma perché ormai abituati a fare tutto con sforzo e fatica.
C'era da mangiare per il doppio delle persone presenti in nave, ma litigavano per superare la fila al buffet. C'erano spazi infiniti ma loro volevano occupare quella specifica poltroncina. Il personale era delizioso ma loro notavano l'unica smorfia dell'unico cameriere affaticato.
E negli ultimi giorni di viaggio cominciavano a desiderare di ritornare a casa loro. La stessa casa che tra una settimana troveranno insopportabile e che vorranno abbandonare per farsi una bella vacanza "rilassante".
Quando questo meccanismo prende il sopravvento sull'essere umano la felicità non è mai felice, il presente è sempre insoddisfacente e si vive esclusivamente in attesa di un futuro migliore che comunque deluderà. E' l'eterna attesa di chi non avrà vissuto neanche un istante, è l'immane fatica di chi è perennemente in lotta, è il grande incantesimo da cui bisogna assolutamente liberarsi. Oppure la meravigliosa crociera della Vita si trasformerà in un angoscioso viaggio senza meta.


10 commenti:

  1. grande articolo di un grande uomo..

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  2. Fabrizio, per il tuo matrimonio rinnovo l'augurio che possiate, tutti i giorni, essere fonte d'amore che disseta l'uno per l'altra.

    Per quanto riguarda il tuo articolo... condivido pienamente con te.
    E aggiungo che per non diventare "terra arida" come hai descritto meravigliosamente è necessario essere costantemente vigilanti con se stessi e saper prima di tutto ringraziare la vita per ciò che ci offre e ci dona e ci si accorgerà che tutto il resto vien da sè. Grazie per la condivisione dell'esperienza.
    Rachele Sannia

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  3. forse spesso cerchiamo nel posto sbagliato quello di cui abbiamo bisogno. e quando ci accorgiamo che qualcosa non funziona ci arrabbiamo perchè la delusione è tanta. non sappiamo davvero dove abbiamo sbagliato perchè abbiamo fatto tutto quello che serviva per essere finalmente felici. ma la ricetta sembra essere un'altra.

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  4. Grazie ad entrambi, ma il percorso è ancora lungo perché l'Ego è difficile da scalfire e da combattere...

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  5. E se.... invece di combattere l'Ego, lo prendessimo per il c..... ehm, lo raggirassimo? :-)
    Scherzi a parte, molti maestri dicono che bisogna sbarazzarsi dell'Ego. Io non sono d'accordo.
    L'Ego è necessario, altrimenti perderemmo la nostra individualità e non potremmo "funzionare" in questo mondo.
    Secondo me, si tratta invece di curare le ferite dell'Ego e anche quelle dell'Anima, così facendo saranno ambedue più contenti e rilassati e potranno collaborare e creare un Winner Team, anzi, un Winner Group!
    Ciao Fabrizio!
    Letizia
    www.manifestare.it

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  6. Ciao Letizia,
    anche io non amo gli estremismi e dubito si possa arrivare all'eliminazione dell'Ego. Credo che si debba trovare un equilibrio in tutto convivendo con ogni nostro aspetto. Certo, in molti casi l'Ego è così preponderante che va un po' domato, per evitare che fagociti tutto il resto. Questo, perlomeno, è il mio personale cammino ;)
    Grazie per il tuo prezioso intervento!

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  7. Se non l'hai ancora visto, ti suggerisco di vedere: MANGIA PREGA AMA. C'è una frase che il guru dice alla protagonista: "Bisogna unire cielo e terra, devi trovare un equilibrio: Un poco Dio e un poco io!" e poi continua dandole dei suggerimenti...
    Ciao,
    Letizia

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  8. E' il classico problema di distinguere felicità e serenità, che hanno caratteristiche temporali completamente diverse. la felicità è così effimera che una piccola insoddisfazione la può spazzare via come una foglia al vento... la serenità invece è un bastone da trekking, che se conquistata ci accopagna lungo tutte le scalate e le discese della vita.. una vacanza ci offre mille spunti di felicità, che qnd sfumano ci lasciano alle nostre ansie e insoddisfazioni di tutti i giorni.. è uno specchietto per le allodole :-)! P.s. Allora la pubblicità della Costa è una fregatura! nessuno piange quando torna? :-) baci Mario giordano

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  9. Mario, io ammetto che il ritorno a casa non e' stato facilissimo, abituato per 12 giorni a svegliarmi ogni mattina con colazione a letto in un luogo diverso da visitare. Quindi sareiun ottimo testimonial per la Costa Crociere ;)

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it