La rivoluzione Islandese (di cui nessuno sa nulla!)

Mentre in Italia continua la tarantella politica delle accuse incrociate, e noi cittadini ci sfoghiamo virtualmente sul web per la loro generale inettitudine e disonestà, in Europa c'è uno stato, l'Islanda, che ha operato una vera e propria rivoluzione dal basso, di cui quasi nessuno è a conoscenza.

Cosa ha fatto questo coraggioso (e concreto) piccolo popolo? Semplice, di fronte allo spettro della "bancarotta" si è opposto al fatto di dover pagare il proprio debito alle banche, causato dai banchieri stessi! Con un referendum popolare, nato proprio "dal basso", il 93% ha votato per affermare quindi che chi sbaglia paga, arrivando addirittura ad emettere mandati di cattura internazionale per coloro che hanno portato la nazione a questo tracollo economico.
Il governo è stato obbligato a dimettersi e si sta sperimentando il primo caso di democrazia by internet, ovvero una serie di proposte per cambiare la Costituzione non decisa dalla solita "Casta" ma dal popolo stesso. Tale processo, chiamato "crowdsourcing", è stato sicuramente agevolato dal fatto che gli Islandesi non sono numericamente tantissimi (circa 320 mila abitanti).
Ma rappresenta comunque un primo esempio di come ci si può ribellare a questo folle accordo degli Stati di far pagare ai cittadini colpe di cui non ha alcuna responsabilità.

In questa vicenda ci sono tre aspetti che meritano, a mio pare, particolare attenzione:
1. Nonostante la rivoluzione sia stata piuttosto "focosa" non c'è stata l'ombra di un black bloc. Ovvero dei contestatori assoldati dai governi per trasformare ogni protesta sana in una serie di violenze che portano poi a far passare per vittime i veri carnefici. Assenza non casuale.
2. I telegiornali, i programmi di attualità i quotidiani ed i periodici, quasi maniacali nel descriverci i dettagli di efferati crimini nostrani, si sono scordati di parlare di questa svolta storica e rivoluzionaria di un intero Stato Europeo. Dimenticanza sospetta.
3. L'Unione Europea, sempre piuttosto invasiva, in questo caso ha lasciato stare, poiché il piccolo stato islandese non era in grado di creare effetti domino pericolosi sugli altri Stati. La fortuna di non essere importanti.

Ebbene, invece di condividere e diffondere le solite fesserie o inutili piagnistei tipicamente italici, potremmo cominciare a diffondere questo concreto esempio di rivoluzione pacifica e concreta. Chissà che non si possa cominciare anche noi ad agire nella stessa direzione.

Vedi qui il video che riassume gli avvenimenti islandesi.

2 commenti:

  1. Se si è uniti e lo si fa col cuore tutto è possibile, ci vuole solo la volontà e una buona organizzazione. Non si capisce perchè non è ancora successo negli altri stati europei e in italia.

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  2. Perché all'Islanda potevano lasciarglielo fare, visti i pochi interessi che ha in comune con gli altri Stati (e la scarsa influenza), ma se accadesse in qualche Stato importante cadrebbe tutto il Sistema.

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Fabrizio Cotza - Formatore Sovversivo.
www.fabriziocotza.it